La Romagna ricorda affettuosamente Secondo Casadei a quasi 50 anni dalla sua scomparsa. Il 19 novembre 1971, infatti, fra l’incredulità e il dolore dei suoi innumerevoli amici, ci lasciava il Maestro, considerato da tutti l’artefice, il protagonista e l’interprete più grande e fedele della musica folcloristica romagnola.
Dal 1928, anno in cui ha fondato l’orchestra Casadei, le sue oltre 1000 composizioni hanno continuato a far ballare con impareggiabile popolarità intere generazioni. Non c’è orchestra che non abbia in repertorio qualche sua musica, che più di ogni altra sa sprigionare allegria e tanta voglia di vivere, prima fra tutte Romagna mia. A parte quest’anno, in cui per le ragioni che tutti conosciamo non si è potuto fare, da sempre la tomba dove riposa Secondo Casadei a Savignano sul Rubicone, e dove è collocata una bellissima statua in bronzo che lo raffigura opera dello scultore Tito Neri, è meta di una folla varia ed eterogenea, che vuole dimostrargli la sua simpatia ed il suo affetto. Numerosi anche gli amici provenienti da varie regioni, che concludono il loro “pellegrinaggio” con una sosta nella sua casa per ammirare nel suo studio i tantissimi riconoscimenti e soprattutto il violino con il quale ha calcato con grande amore, entusiasmo e passione il palcoscenico per quasi mezzo secolo, trascinando in pista migliaia di persone a tempo di tre quarti.
Secondo Casadei è entrato nel costume delle ultime generazioni di italiani divenendo oggetto sempre più frequente di studio e di tesi di laurea. Inoltre tante città gli hanno reso omaggio dedicandogli strade, piazze. A distanza di anni le sue composizioni, sempre molto richieste, conservano intatta quella freschezza, quella vivacità ed originalità che rendono assolutamente unica e personalissima la produzione di Secondo Casadei, il creatore e principale interprete del fenomeno “liscio”, l’indimenticabile “Strauss della Romagna”.